Coronavirus: acquisto di 5 mila kit di rianimazione e 22 milioni di mascherine, così l’Italia supera il blocco dell’export di mascherine da Francia e Germania
Il capo
della Protezione civile Borrelli ha annunciato ieri l’acquisto di mascherine
chirurgiche in quantità da raggiungere l’obiettivo di distribuirne 22 milioni
di pezzi entro il 30 aprile. L’Italia è riuscita così a superare il blocco
dell’export di mascherine messo in atto da Francia e Germania e oggetto di
polemiche al recente Consiglio dei ministri della Salute della Ue.
Con una procedura d’emergenza di soli quattro
giorni avverrà anche la consegna delle offerte dei kit per allestire 5.000
postazioni di rianimazione in risposta alla “gara” della Consip.
La gara, sulla base di un decreto del capo
della Protezione civile, che agisce per conto di Palazzo Chigi, è stata
affidata alla Consip. Di conseguenza venerdì scorso, 5 marzo, la Consip ha
pubblicato la gara per l’acquisto dei dispositivi. Il documento ha alcune
caratteristiche cruciali: scavalca la normale disciplina degli appalti, è super
rapida e prevede che non ci sia un solo vincitore ma che le società che hanno a
disposizione i materiali richiesti possano tutte insieme aggiudicarsi le
forniture in base al loro magazzino.
Nonostante negli ultimi giorni si siano sollevati dubbi sulla disponibilità sul mercato dei macchinari per allestire i letti di rianimazione, voci di corridoio assicurano che la gara avrà pieno successo e, soprattutto, che si garantisce quella che vien definita una «pronta consegna».
Nel dettaglio, arriveranno al più presto nelle sedi indicate prioritarie dalla Protezione civile 1.800 ventilatori polmonari ad alta intensità per la terapia intensiva; 3.200 ventilatori polmonari per terapia sub intensiva a turbina; 5.000 monitor, 351.250 accessori per ventilatori polmonari, pompe infusionali e peristaltiche.
Inoltre, la Protezione civile ha realizzato nel weekend un accordo con una società italiana, la Siare engineering, con sede a Bologna, che produce postazioni di terapia intensiva, e che è pronta a fornire subito da magazzino 320 pezzi. Per ampliare le linee di produzione saranno inviati a supporto dell’azienda 25 tecnici dell’Esercito. L’obiettivo è quello di riuscire a fornire 500 respiratori polmonari al mese.
Naturalmente per sistemare le nuove unità di terapia intensiva bisognerà trovare i locali e i medici, soprattutto anestesisti e rianimatori, che tuttavia verranno assunti per circa 5 .000 unità come annunciato dalle bozze del decreto sanità.
Tuttavia, come è noto, il principale motivo del distanziamento sociale e del blocco delle attività è stato attribuito ad una strategia di rallentamento dell’epidemia per fare in modo di evitare di avere una onda d’urto sui reparti di rianimazione.
Le postazione di terapia intensiva nel nostro Paese sono infatti attualmente 5.300 di cui 650 occupate dai malati gravi di coronavirus e molte altre occupate dai normali fruitori della rianimazione per varie cause.