Medicina, i pochi posti in specialità sono un guaio per tutti. E intanto la gente rinuncia alle cure
Puntuali come ogni anno, si riaccendono le polemiche sulla carenza di borse e di posti per le scuole di specializzazione alle Università di Medicina.
Dagli studenti di medicina alle organizzazioni sindacali, le opinioni sono le più diverse, ma hanno tutte un fondo di verità!
Ospedali e pazienti non sanno dove trovare medici specialisti;
Paesi sperduti orfani di medici di famiglia e pediatri;
Specialisti sottopagati che non riescono ad accedere al posto di lavoro a causa del blocco del turnover;
Studenti di medicina che sognano di diventare specialisti e medici di famiglia;
Liceali che vogliono poter accedere al percorso formativo.
Parlare solo del discorso al punto di vista esclusivamente del blocco del turnover negli ospedali e dell’imbuto formativo è limitante.
L’aumento dei posti a Medicina è sì necessario, in quanto viviamo giornalmente lo sfruttamento di pochi camici grigi all’interno delle strutture convenzionate e non, degli ospedali più periferici delle regioni. Ma sappiamo anche che se il blocco del turnover si sente forte in città, nelle periferie concorsi, carenze e posti liberi professionali rimangono non solo scoperti, ma facile attrazione per medici che rischiano di essere sfruttati in posti per cui spesso risultano poco formati.
Da molti anni i posti disponibili nei corsi di laurea in medicina sono oltre 10mila, mentre i posti in specialità e in Mmg (Medici di medicina generale) sono al di sotto delle 9mila unità. In questo modo si è creata una sacca di popolazione medica inoccupata e facilmente ricattabile e, soprattutto, sanabile (come nel caso del “Decreto Calabria”).
Quest’anno, il numero di posti auspicato dal ministro della Salute, ma non confermato dal ministro dell’Istruzione, per quel che riguarda le specialità dovrebbe essere di circa 8mila unità. Il più alto da molti anni, ma comunque troppo poco per poter formare gli oltre 14mila laureati in medicina che al momento si trovano nel limbo formativo. Intanto, ci sono addirittura voci di scomparsa della figura del Pediatra di Libera Scelta e le liste di attesa si allungano indefinitamente, mentre oltre il 20% della popolazione rinuncia alle cure.