I 75enni italiani si sentono come a 65 anni
Alcuni tendono a mostrare più anni di quelli anagrafici, mentre altri restano giovani nell’aspetto e nel modo di vivere.
L’età anagrafica quindi è solo un fattore relativo: ad esempio i 76enni in Giappone e i 46enni in Papua Nuova Guinea hanno gli stessi problemi di salute legati all’età di una persona di 65 anni. Diversi studi mettono in evidenza come nel corso degli ultimi anni la speranza di vita sia progressivamente aumentata. In Italia sono evidenti le disuguaglianze territoriali che separano i residenti del Trentino-Alto Adige, che con 86,1 anni di vita media sono i più longevi, dai residenti in Campania, che con 83,4 anni risultano in fondo alla graduatoria. Purtroppo, però non sono dati positivi per il nostro Paese perché si ripercuotono sui conti pubblici in materia di sanità e di pensioni. L’allungamento della speranza di vita è dovuto anche a una diminuzione della riduzione della mortalità. Rispetto a 40 anni fa la differenza è molto evidente, negli anni ’80 si moriva a 50/60 anni, ad oggi alla stessa età spesso non si è ancora in pensione.
Prendendo i 65 anni di età media globale come gruppo e parametro di riferimento, è stato fatto un paragone tra l’età media di vita di tutti i paesi del mondo. L’Italia si colloca ottava tra i Paesi ‘virtuosi’, con l’età media di 74,8, preceduta dalla Spagna. Primi Giappone e Svizzera. La stessa ricerca guidata dall’Università di Washington, intitolata “I problemi di salute legati all’età”, ha rilevato quanto questi possono portare al pensionamento anticipato e anche ad un aumento della spesa sanitaria, ed in tutto questo quindi i leader di governo devono considerare quando le persone iniziano a soffrire gli effetti negativi dell’invecchiamento. L’invecchiamento fisico in una persona si manifesta con la perdita di capacità fisiche, mentali e cognitive.