Carenza infermieri, la Lombardia li recluta in Africa e Sud America
In Lombardia, la carenza critica di infermieri ha spinto l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, a considerare un approccio internazionale per affrontare il problema. Con l’obiettivo di colmare il vuoto di personale sanitario, stimato in “qualche migliaio”, si sta elaborando un piano di reclutamento che coinvolge Paesi dell’area del Mediterraneo, come la Tunisia, e nazioni del Sud America e America centrale.
L’approccio prevede la stipula di convenzioni con queste nazioni, al fine di importare infermieri e collocarli strategicamente nei vari ospedali pubblici della regione. Questa iniziativa potrebbe essere considerata una forma di “immigrazione teleguidata”, coordinata dalla giunta leghista guidata da Attilio Fontana.
La spinta verso il reclutamento internazionale è alimentata dalla constatazione che le professioni sanitarie, in particolare quella degli infermieri, hanno perso il loro fascino nel tempo. Bertolaso riflette sulle ragioni di questa situazione, evidenziando che oltre ai motivi economici, il lavoro nel settore sanitario è estremamente impegnativo e complesso, con un rapporto costi-benefici più intricato rispetto alle moderne professioni.
Questa strategia non è nuova per gli ospedali privati, come dimostra il gruppo San Donato, che ha recentemente deciso di puntare sulla Tunisia, con un accordo per importare 300 infermieri dalle strutture sanitarie di quel Paese africano. Nel corso dell’ultimo anno, ben 1.028 professionisti sanitari formatisi all’estero hanno manifestato l’interesse di esercitare temporaneamente la loro professione in Lombardia.
L’approccio internazionale al reclutamento di infermieri sembra essere una soluzione concreta, tanto che si sta valutando la sua inclusione nel piano socio-sanitario regionale, che prevede linee guida e obiettivi per lo sviluppo del Welfare nei prossimi anni e che dovrebbe essere approvato a breve dalla giunta.
Fonte: milano.repubblica.it