Fascicolo Sanitario Elettronico: verso la digitalizzazione totale
Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) diventerà nazionale (“2.0”), rivoluzionando il rapporto dei cittadini con la sanità. Fino al 30 giugno per fare opposizione.
Grazie al PNRR, i dati sanitari del paziente (referti, ricoveri, informazioni su malattie croniche, prescrizioni) saranno accessibili ovunque, insieme alla possibilità di fare prenotazioni, ricevere documenti e lettere di screening. In futuro, per una visita medica non serviranno più lastre e referti cartacei: il medico, con il consenso del paziente, potrà accedere ai documenti direttamente dal suo computer. Questo è solo un esempio delle potenzialità del FSE.
Quasi un italiano su cinque lo ha usato
A livello regionale, la novità è già stata introdotta (le prime regioni sono state Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana). Secondo i dati del Ministero della Salute e del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, tra gennaio e marzo scorsi il 18% dei cittadini italiani ha utilizzato il Fascicolo Sanitario Elettronico. L’uso varia dal 64% degli abitanti della Provincia di Trento al 40% degli emiliani, fino al 34% dei friulani, e circa il 20% di veneti, lombardi, campani e toscani. In totale, 20 milioni di cittadini hanno visto pubblicato almeno un documento nel loro Fascicolo. Tuttavia, ci sono regioni in cui l’adozione è ancora limitata, come Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sicilia e Umbria. Attualmente, il 40% degli assistiti ha dato il consenso all’utilizzo dei propri dati per singole prestazioni. Anche in questo caso, ci sono grandi differenze tra le regioni, con alcune come l’Emilia-Romagna che mostrano tassi di adesione molto alti.
Il salto nazionale
Il Ministero della Salute e il MEF stanno lavorando per creare un sistema nazionale unico che integri quelli regionali, dove sono custoditi i dati dei singoli assistiti. In questo modo, i dati potranno essere consultati ovunque, ad esempio se una persona si sposta per curarsi. Verranno aggiunti ulteriori dati e servizi per ampliare le funzionalità del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Quali sono le scadenze?
Entro dicembre di quest’anno, tutti i documenti prodotti dalle strutture sanitarie dovranno essere “digitalmente nativi” e quindi alimentare autonomamente il fascicolo. Inoltre, a livello nazionale, sarà possibile pagare i ticket, prenotare visite ed esami, scegliere il medico di famiglia e consultare i referti, anche se in alcune regioni questi servizi sono già attivi.
Entro il 30 giugno, i cittadini che non desiderano includere nel fascicolo i loro dati sanitari precedenti al 2020 devono esprimere la loro opposizione, come previsto dal Garante della Privacy, direttamente sul sito del Sistema Tessera Sanitaria. I dati successivi saranno inseriti automaticamente.
Per arricchire ulteriormente lo strumento, l’anno prossimo l’85% dei medici di medicina generale dovrà alimentare il fascicolo con i “patient summary”, ovvero informazioni che vanno oltre i referti e i ricoveri, come la familiarità per certi problemi, le terapie in corso, ecc.
Entro il 2026, il Fascicolo Sanitario Elettronico dovrà essere attivo in tutte le regioni italiane.
Vantaggi per i cittadini e i medici
Sul sito dedicato al Fascicolo Sanitario Elettronico sono elencati i vantaggi dello strumento. Per i cittadini, c’è l’accesso unico a uno strumento che raccoglie la loro storia clinica, consultabile in ogni momento e ovunque. L’accesso ai dati di salute è particolarmente importante “nei casi di emergenza, consentendo ai medici del pronto soccorso di guadagnare tempo prezioso ed effettuare interventi corretti e tempestivi”. Inoltre, si evita “il ripetersi di analisi o altre prestazioni sanitarie già presenti e consultabili da più professionisti sanitari”. I professionisti sanitari, invece, potranno accedere alla documentazione clinica del paziente, migliorando l’assistenza sanitaria, anche in casi di emergenza. Inoltre, potranno “ridurre i tempi per formulare una diagnosi o fornire assistenza sanitaria grazie alla consultazione, in un unico punto, dei documenti digitali che descrivono la storia clinica dei propri assistiti”.
Fonte: repubblica.it