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735 giorni per un ecodoppler cardiaco in Lombardia

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7 June 2024

735 giorni per un ecodoppler cardiaco in Lombardia

735 giorni per un ecodoppler cardiaco in Lombardia

Il report di Federconsumatori evidenzia ritardi, disparità e mancanza di trasparenza nel SSN. Migliorano Toscana, Emilia-Romagna e Umbria; peggiorano Lazio, Puglia e Veneto.

In Lombardia si registrano attese fino a 735 giorni per un ecodoppler cardiaco, mentre in Sicilia i tempi d’attesa per una visita endocrinologica in classe B arrivano a 612 giorni.

Ritardi, disparità e mancata trasparenza, oltre a migrazioni dal Sud al Nord in cerca di migliori servizi sanitari e al ricorso alla sanità privata, sono alcune delle criticità evidenziate dal monitoraggio nazionale sulle liste d’attesa realizzato da Federconsumatori. Questo studio ha coinvolto le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, 41 aziende sanitarie locali di aree metropolitane e periferiche, e 13 aziende ospedaliere. Secondo il report “La Salute Non Può Attendere”, in collaborazione con Fondazione Isscon e con il contributo della Cgil, presentato a Roma, solo tre regioni – Toscana, Emilia-Romagna e Umbria – hanno migliorato i tempi di attesa nel primo quadrimestre del 2024 rispetto ad aprile dello scorso anno. La situazione è peggiorata in Lazio, Puglia e Veneto.

Per quanto riguarda visite specialistiche ed esami diagnostici, sono state riscontrate criticità anche in Lombardia, con attese fino a 735 giorni per un ecodoppler cardiaco all’Ospedale di Magenta, e in Sicilia, con 612 giorni di attesa per una visita endocrinologica di classe B nell’ASL di Messina. Il monitoraggio ha coperto il 52% delle prestazioni previste dal Piano nazionale governo liste attesa (PNGLA), inclusi i ricoveri nelle poche aziende che rendono accessibili i dati.

Il report evidenzia un Paese in grave affanno da Nord a Sud, con le Regioni del Mezzogiorno e delle Isole che mostrano un aggravamento delle emergenze strutturali nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. I tagli alla sanità e la carenza di personale continuano a generare ritardi e disservizi nella gestione della domanda di prestazioni, mentre aumentano i costi di produzione dei servizi e le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali che influenzano l’accesso alle cure. È necessaria una maggiore trasparenza nella pubblicazione e comprensione dei dati, anche per i non addetti ai lavori, e misure di controllo e partecipazione dei cittadini nella valutazione della quantità e qualità dei servizi erogati. Federconsumatori ha anche sottolineato l’importanza della campagna “Stop liste di attesa”, che tramite gli Sportelli della salute sta offrendo supporto e soluzioni ai cittadini affetti dai lunghi tempi di attesa.

Fonte: ansa.it