Caos sanitario: trasmissione TV riporta alla luce una vecchia legge e scatena confusione sui diritti dei cittadini
Liste d’Attesa e D. Lgs 124/1998: Le diverse risposte delle regioni italiane
Le liste d’attesa nel sistema sanitario italiano sono un problema annoso, e la recente attenzione mediatica ha riportato alla luce una norma poco conosciuta ma potenzialmente rivoluzionaria: il Decreto Legislativo 124/1998. Questo decreto, approvato oltre 20 anni fa, prevede che se un paziente è costretto ad attendere oltre i tempi massimi stabiliti per una prestazione sanitaria, possa richiedere che la prestazione venga effettuata in regime di libera professione intramoenia, con i costi coperti dalla propria ASL. Tuttavia, l’interpretazione e l’applicazione di questa norma stanno generando reazioni diverse nelle varie regioni italiane.
La Norma in Dettaglio
Il D. Lgs 124/1998 stabilisce che, in caso di superamento dei tempi di attesa previsti per una prestazione sanitaria, il paziente ha diritto a richiedere che la prestazione venga effettuata in regime intramoenia, ovvero all’interno della struttura ospedaliera ma in libera professione. In tal caso, la differenza tra il costo della prestazione e il ticket pagato dal paziente è a carico della ASL. Questo sistema, in teoria, dovrebbe garantire ai cittadini un accesso più rapido alle cure necessarie, riducendo le liste d’attesa.
Le Reazioni delle Regioni
Piemonte
In Piemonte, le autorità sanitarie hanno risposto prontamente alle richieste dei pazienti che si sono moltiplicate dopo la trasmissione televisiva di Rete 4. L’assessorato alla Salute ha emesso una circolare per chiarire la possibilità di ricorrere all’intramoenia quando le tempistiche previste non possono essere rispettate. La circolare specifica che, se un appuntamento non può essere fissato entro i tempi stabiliti, il paziente può rivolgersi all’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) dell’ASL per organizzare la visita o l’esame, con i costi coperti dal Servizio Sanitario Regionale.
Lombardia
In Lombardia, l’assessore Guido Bertolaso ha chiarito che la norma del 1998 non prevede rimborsi per prestazioni effettuate privatamente, ma solo per quelle in regime intramoenia all’interno della stessa struttura. Bertolaso ha sottolineato che non è corretto affermare che i pazienti possano pagare privatamente e poi richiedere un rimborso. La Regione si sta impegnando a garantire che le prestazioni vengano erogate entro i tempi previsti, ricorrendo all’intramoenia solo quando strettamente necessario.
Toscana
La Toscana ha adottato una posizione più restrittiva. L’assessorato alla Salute ha emanato una circolare per bloccare ogni erogazione di denaro per coprire le prestazioni in intramoenia. Questo è avvenuto in risposta a un crescente numero di ricorsi da parte dei cittadini. La Regione ha deciso di non pagare l’intramoenia per evitare un aumento incontrollato delle richieste, simile a quanto fatto in Emilia-Romagna. Tuttavia, la Toscana ha introdotto il “super Cup”, un help desk che cerca di trovare soluzioni rapide per le prenotazioni, riducendo così la necessità di ricorrere all’intramoenia.
Emilia-Romagna
Similmente alla Toscana, anche l’Emilia-Romagna ha deciso di bloccare i pagamenti per le prestazioni in intramoenia. La regione ha adottato un approccio proattivo per gestire le attese, implementando meccanismi che permettono di “prendere in carico” i pazienti e trovare soluzioni alternative senza ricorrere alla libera professione intramoenia.
Conclusioni
Le diverse interpretazioni e applicazioni del D. Lgs 124/1998 evidenziano le sfide e le discrepanze nel sistema sanitario italiano. Mentre alcune regioni cercano di facilitare l’accesso alle cure attraverso l’intramoenia, altre cercano di evitare costi aggiuntivi implementando sistemi di gestione delle prenotazioni più efficienti. La trasmissione televisiva che ha riportato all’attenzione pubblica questa norma ha sicuramente stimolato un dibattito necessario su come migliorare l’accesso alle cure sanitarie, ma ha anche rivelato la necessità di una maggiore uniformità e chiarezza nell’applicazione delle leggi sanitarie in Italia.