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20 May 2024

Pronto soccorso scomparsi a Napoli, Lombardia dominata dalla sanità privata

Pronto soccorso scomparsi a Napoli, Lombardia dominata dalla sanità privata

In Italia, ottenere cure gratuite sta diventando un miraggio: ecco cosa accade nelle diverse Regioni

Milano

In Lombardia, il principio che pubblico e privato siano equivalenti è ben radicato. In una sanità regionale che vale oltre 21 miliardi di euro l’anno, quasi metà delle prestazioni è offerta da privati convenzionati con il sistema pubblico. Negli ultimi vent’anni, i privati hanno perso “solo” un migliaio di letti, rispetto ai 5.500 scomparsi negli ospedali pubblici. La Lombardia è il regno della sanità privata, con quasi 15.000 letti totali (tra convenzionati e a pagamento) e un’influenza significativa sulla politica. Il Gruppo San Donato (GSD) della famiglia Rotelli domina la scena: presieduto dall’ex ministro Angelino Alfano, con 5.144 letti e l’80% delle attività cliniche sotto il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ha nel San Raffaele il suo simbolo di rinascita. Fondato da don Luigi Verzè, il San Raffaele fu salvato da un crac da 405 milioni di euro dodici anni fa grazie a Rotelli. Il bilancio 2023 dovrebbe finalmente essere positivo per l’ospedale, che accoglie sia persone comuni che VIP, come Silvio Berlusconi, Fedez, Flavio Briatore, Mino Raiola, Nadia Toffa e Alex Zanardi.

Il GSD comprende 18 ospedali, di cui 16 in Lombardia, e tre IRCCS: il San Raffaele, il Policlinico San Donato e il nuovo Galeazzi, situato nell’area dell’Expo 2015. La recente espansione del gruppo è stata favorita dall’ingresso del finanziere svizzero-tunisino Kamel Ghribi, ora uno dei due vicepresidenti insieme a Paolo Rotelli. Ghribi ha spinto per una vocazione internazionale, con accordi con la sanità pubblica irachena e acquisizioni in Polonia, tra cui l’American Heart of Poland e il gruppo Scanmed. Inoltre, dal 2023, GSD ha avviato una partnership con Generali per una rete di poliambulatori.

L’espansione del gruppo non è stata priva di difficoltà: dal caso dei miliziani libici ricoverati nel 2020, che ha portato a sanzioni regionali, ai pronto soccorso a pagamento. L’anno scorso, GSD ha lanciato ambulatori ad accesso libero per 149 euro, suscitando polemiche. Ora, questi ambulatori sono stati riorganizzati come “Book & Go”, con un costo di 190 euro a visita e la prenotazione richiesta il giorno prima.

Emilia-Romagna

Negli ultimi 20 anni, in Emilia-Romagna sono stati tagliati 4.000 letti ospedalieri, sia pubblici che privati accreditati, inclusi quelli dei punti nascita in montagna. Porretta, Borgotaro e Pavullo, piccoli paesi dell’Appennino, avevano reparti di ostetricia che sono stati chiusi perché considerati non sicuri. Dal 2014, le donne in gravidanza di Porretta devono recarsi a Bologna, a un’ora di distanza. Nonostante le proteste e le promesse politiche, tra cui quella del presidente regionale Stefano Bonaccini nel 2020 di riaprire i punti nascita, l’attuale governo non ha ancora agito. L’assessore regionale alla Salute Raffaele Donini ha chiesto una deroga al limite di 500 parti annui per la sicurezza, ma senza risposta. Bologna ha un numero adeguato di letti, con una media regionale di 4 ogni mille abitanti, ma le aree interne restano svantaggiate.

A Pavullo, la riorganizzazione ha ridotto il personale ostetrico notturno, domenicale e festivo. A Borgotaro, riaprire il punto nascita richiederebbe 36 nuove assunzioni e quasi 2 milioni di euro. Le difficoltà della sanità rendono improbabile la riapertura di questi presidi montani.

Napoli

Tre mesi fa, un’auto con un uomo ferito alla testa si è fermata davanti al San Giovanni Bosco, ma senza trovare un pronto soccorso. Questo scenario si ripete perché Napoli ha chiuso cinque pronto soccorso, inclusi quelli del San Giovanni Bosco e Loreto Mare. Questi ospedali erano cruciali per la popolosa area di Capodichino, con oltre 140.000 accessi annui. Ora, l’Ospedale del Mare e il Cardarelli, gli unici rimasti capaci di gestire emergenze, sono sovraccarichi con oltre 400 accessi aggiuntivi al giorno, con pazienti spesso parcheggiati su barelle per giorni.

Nonostante il presidente regionale Vincenzo De Luca accusi il governo per queste chiusure, lo smantellamento è iniziato prima del Covid-19. La Campania è passata da 66 ospedali pubblici con 15.386 letti nel 2002 a 46 ospedali con 12.923 letti nel 2022. Il settore privato, invece, è cresciuto, con cliniche accreditate che sono passate da 61 a 73.

Fonte: repubblica.it