Stop ai viaggi turistici in UE per non vaccinati USA
Gli Stati Uniti (USA) non sono più nell’elenco Covid dei Paesi terzi che possono viaggiare verso l’Ue per motivi non essenziali. Storica decisione del Consiglio dell’Unione Europea, annunciata ieri con una nota.
Quindi, i cittandini non vaccinati che arrivano dagli USA non potranno più arrivare in Europa per viaggi turistici
Ma non solo! Oltre agli Usa, non fanno più parte della lista anche Israele, Libano, Montenegro, Kosovo e Nord Macedonia.
La presidenza di turno dell’Unione Europea, la Slovenia, aveva avviato proprio venerdì scorso la procedura scritta per l’aggiornamento dell’elenco.
Nella “lista bianca” Covid dell’Ue restano:
Albania, Armenia, Australia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Brunei Darussalam, Canada, Giappone, Giordania. Nuova Zelanda, Qatar, Repubblica di Moldova, Arabia Saudita, Serbia, Singapore, Corea del Sud, Ucraina e Cina.
La scelta potrebbe aprire la strada alla richiesta di un test negativo per chi viaggia dai Paesi rimossi dalla lista per motivi non essenziali. A prescindere dall’aver completato o meno la vaccinazione.
Ma, come precisato nella nota, tale decisione “non pregiudica la possibilità per gli Stati membri di revocare la restrizione temporanea ai viaggi non essenziali verso l’Ue per i viaggiatori completamente vaccinati“.
I singoli Stati, dunque, potranno scegliere di mantenere il regime attuale senza restrizioni per chi è completamente vaccinato e viaggia dagli Usa, e dagli altri Paesi tolti dall’elenco.
Con la revisione della raccomandazione Ue i turisti provenienti dai Paesi rimossi dalla lista che si recheranno nei Paesi europei dovranno osservare un periodo di quarantena di 14 giorni. Salvo se vaccinati.
Nella nota, inoltre, si precisa che “i criteri per determinare i Paesi terzi per i quali l’attuale restrizione ai viaggi dovrebbe essere revocata sono stati aggiornati il 20 maggio 2021” e “riguardano la situazione epidemiologica e la risposta complessiva al Covid-19, nonchè l’affidabilità delle informazioni e delle fonti di dati disponibili“. “Anche la reciprocità dovrebbe essere presa in considerazione caso per caso“, sottolinea il Consiglio Ue.