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Von der Leyen e la campagna vaccinazione - CBH

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26 November 2020

Von der Leyen e la campagna vaccinazione

Von der Leyen e la campagna vaccinazione

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è intervenuta ieri, mercoledì 25 novembre, al Parlamento europeo, sulla campagna di vaccinazione per il Covid-19.

La situazione legata alla pandemia di Covid-19 “resta grave” in Europa. Secondo quanto dichiarato dalla von der Leyen, i primi cittadini europei potrebbero essere vaccinati già prima della fine di dicembre. Come lei stessa ha detto: “si vede la luce in fondo al tunnel”.

“So che chi ha negozi, bar, ristoranti vuole la fine delle misure di confinamento ma dobbiamo trarre insegnamento dal passato per evitare di ripetere gli stessi errori e un rilassamento troppo celere ed eccessivo diventa un rischio per una nuova ondata dopo Natale. Settimane fa io dicevo che questo Natale sarà diverso ma questo sarà anche un modo di dimostrare solidarietà agli altri Stati membri”. 

Ursula von der Leyen, continuando nel suo discorso di ieri, ha ricordato che l’esecutivo Ue “ormai ha stipulato contratti con sei società”. Sono infatti 6 le case farmaceutiche che sono in dirittura di arrivo con la formulazione del vaccino, la cui produzione è già stata parzialmente vincolata all’UE. AstraZeneca, Sanofi-GSK, Johnson & Johnson, BioNTech/Pfizer, CureVac e Moderna.

In attesa dei piani dei singoli governi per la campagna di vaccinazione

“Finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel”, ha detto la presidente agli eurodeputati, per poi indicare la strada per uscire dall’incubo Covid: “Ciò che conta ora sono le vaccinazioni. Gli Stati membri devono prepararsi adesso”. Sui piani nazionali delle vaccinazioni richiesti dalla Commissione europea da oltre un mese, Bruxelles mantiene ancora un certo riserbo, soprattutto per alcuni Paesi membri.

Purtroppo, infatti, alcuni Governi di qualche Paese UE non hanno ancora presentato il proprio piano nazionale. In Italia, il commissario straordinario Domenico Arcuri si starebbe ancora occupando del dossier italiano. L’organizzazione auspicata ieri da von der Leyen pare imponente: “Stiamo parlando di milioni di siringhe e della catena del freddo, dell’organizzazione dei centri di vaccinazione e della formazione del personale”. Gli Stati membri devono preparare la logistica per l’eventuale dispiegamento di centinaia di milioni di dosi”, ha avvertito la presidente del Parlamento Europeo, “perché questo è il nostro biglietto per uscire dal tunnel della pandemia.”

Un sistema sanitario europeo integrato

E proprio dall’uscita da questo tunnel e dall’arrivo a destinazione dipende il futuro, non solo economico ma anche politico, del ‘progetto’ europeo. Commissione e Parlamento europei sanno molto bene che, dalla crisi di questa pandemia, si deve imparare la lezione sulla Sanità. E cioè che serve un sistema sanitario integrato e coordinato, che sia in grado di affrontare le crisi con una forte solidarietà interna. Cosa che già succede in parte tra Germania e Stati vicini, con il trasferimento all’interno dei confini tedeschi dei troppi pazienti delle terapie intensive in Belgio e Olanda.

Ma Commissione e Parlamento non solo sole a Bruxelles. Dovranno convincere la terza parte della Ue, il Consiglio, a appoggiare questo progetto. Cosa non facile, dato che nel Consiglio Europeo sono rappresentati i Governi nazionali, mai contenti di concedere qualche passo della propria sovranità. 

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