La Fondazione Gimbe rivela le Regioni che garantiscono le cure ai cittadini: Emilia al top, Campania in coda
La Fondazione Gimbe ha portato avanti un monitoraggio sui Lea (Livelli essenziali di assistenza) tra il 2010 ed il 2017, e purtroppo il primo dato che risalta è che ben il 26,3% delle risorse assegnate dallo Stato alle Regioni, proprio per garantire i Lea ai cittadini, in questi anni sono andati “perduti”.
Inoltre la differenza tra Regioni è notevole: si parte da Emilia Romagna che ha una performance di erogazione delle prestazioni pari al 92,5%, per arrivare alla Campania con solo il 53,9%.
Tra le prime cinque Regioni anche Toscana,
Piemonte, Veneto e Lombardia, mentre nell’ultimo quartile subito sopra alla Campania
compaiono Pa di Bolzano, Sardegna, Calabria e Valle d’Aosta.
Il presidente
Gimbe, Nino Cartabellotta, afferma che servirebbero strumenti adeguati, mentre
«negli anni – avvisa– soglie e indicatori così come lo score minimo di
adempimento fermo a 160 su 225 punti non hanno subito variazioni. La griglia
Lea si è progressivamente appiattita e non è più uno strumento adeguato a
verificare la reale erogazione dei Livelli essenziali di assistenza e la loro
effettiva esigibilità da parte dei cittadini». Per questo, secondo la
Fondazione, il miglioramento complessivo della performance di tutte le Regioni
dal 64,1% del 2010 all’81,3% del 2017 risulterebbe “sovrastimato”.
Ma oramai la griglia Lea dovrà cedere il passo al Nuovo sistema di garanzia (Nsg) che scatterà a gennaio 2020. «La nostra valutazione pluriennale – commenta Cartabellotta – fornisce numerosi spunti per definire le regole di implementazione del Nuovo sistema di garanzia che, salvo ulteriori ritardi, dovrebbe mandare in soffitta la griglia Lea dal gennaio 2020».
Il nuovo strumento è stato sviluppato per meglio documentare gli adempimenti regionali, oltre a mettere in atto strategie per prevenirne il progressivo “appiattimento”. Sarà necessario utilizzarlo per rivedere interamente le modalità di attuazione dei Piani di rientro e permettere al ministero di effettuare “interventi chirurgici” selettivi sia per struttura, sia per indicatore, evitando di paralizzare con lo strumento del commissariamento l’intera Regione. «In un momento storico per il Ssn – conclude Cartabellotta – in cui il ministro Speranza ha ripetutamente dichiarato che l’articolo 32 è il faro del suo programma di Governo, i dati del nostro report parlano chiaro. Senza una nuova stagione di collaborazione politica tra Governo e Regioni e un radicale cambio di rotta per monitorare l’erogazione dei Lea, sarà impossibile ridurre diseguaglianze e mobilità sanitaria e il diritto alla tutela della salute continuerà ad essere legato al CAP di residenza delle persone».